06/09/12

Oscar Mondadori N. 409 4 Aprile-Pinocchio di Collodi illustrato da Jacovitti-Arnoldo Mondadori Editore1972-*****



Moltissimi sono gli illustratori italiani che si sono cimentati nel ritrarre le avventure del burattino più famoso del mondo Attilio Mussino, Roberto Sgrilli, Fiorenzo Faorzi, Giovanni Mosca, Bruno Angoletta, Mazzanti, Carlo Chiostri, Luciano Bottaro,Umberto Manfrin, Pieluigi Sangallli, Alberico Motta, Nicola del Principe, Sandro Dossi, Tiberio Colantuoni, Galep  ma nessuno è mai riuscito per varie ragioni a raggiungere questi livelli neanche lo stesso Benito nelle sue altre due trasposizioni con tratto moderno. Il primo Pinocchio di Jacovitti nasce nel 1943 sulle pagine del Vittorioso, quando il tratto era ancora puro e pieno d'ispirazione americana, certi topini che ricordano  Herriman ed i  tratteggi da striscia sindacata (leggevo in qualche vecchia fanzine che anche i pugni di Cocco Bill sono ispirati a quelli di Popeye vedi i volteggi e le stelline morbide che facevano tanto sia Segar che Sagendorf), vignette che sembrano incisioni del Dorè, una cura del particolare non soltanto comico , un tratto a volte gotico e pauroso come richiedeva il racconto originale di Collodi.





Ecco  il vero  Jacovitti pre-surreale dalla mano unica , il maestro al suo massimo espressivo, pre-commerciale e non ancora costretto a seminare salami , matite e culi per divertire il pubblico.





Per riscoprire gli autori dei fumetti, per trarne il succo grafico , per capire, bisogna scrutare le prime opere e vedere i cambiamenti di maniera a cui a volte arrivano autonomamente ma che spesso vengono dettati dagli editori per accativarsi i lettori: sorrisoni e arrotondamenti, ruffianerie che imbrigliano e sviliscono il genio puro e crudo di gente che non veniva formata alle "scuole del fumetto", inesistenti all'epoca ma che erano concentrati di artigianato e passione.




Pennelli e matite geneticamente fuori del comune.
Uomini  che disegnavano e avrebbe disegnato per sempre ed ovunque anche gratis per il piacere e l'esigenza di farlo.

Artisti.







Leggo dalla prefazione di Franco Cavallone che il burattino versione Benito fù opera sofferta e puntigliosa, Jacovitti si giocava il prestigio ed era intimorito dal "testo sacro", voleva rispettare il romanzo ma nello stesso tempo dare la propria interpretazione.
Il Pinocchio di Jacovitti non è un fumetto ma una novella illustrata fedelissima: con grilli spiaccicati , fatine morte, pescecani orrendi , burattini impiccati e tutto quello che Collodi aveva inserito nella sua fiaba cattiva, satirica ed amara.



Scordatevi quella fetecchia tirolese disneyana per sempre e recuperate le vostre genuine ed italiche radici.

Dubito che sia facile reperire l'albo perchè chi lo possiede non se ne separa.

Per adesso assaggiate le tavole meravigliose che ci ha regalato il più importante ( e nessuna credo

possa smentirmi) disegnatore di fumetti umoristici italiano.

7 commenti:

  1. Condivido il pensiero sugli artisti di una volta e sull'importanza di scoprirli acerbi perché non ancora influenzati da richieste editoriali... Alcuni disegnatori di oggi, usciti o meno da scuole del fumetto, spesso cambiano personaggio soltanto attraverso il taglio di capelli e i vestiti, ma i tratti somatici sono sempre gli stessi, a parte magari i personaggi ricorrenti.

    Queste anteprime sono molto saporite, si nota quella linea morbida dei vecchi cartoni animati di Mickey Mouse o Popeye, accostata però a un tratto un po' sporco che conferisce drammaticità alle scene.

    Sempre deliziose le vignettone di gruppo, già all'epoca usate da Jacovitti, che ho sempre trovato strepitose, che a firmarle fosse lui o Carpi in qualche parodia Disney piuttosto che Bottaro in uno scontro tra i pirati di Pepito e i soldati del Governatore...

    Non scommetterei però sull'affermazione che artisti del genere avrebbero disegnato anche gratis... Non per presunta avidità, ma perché sarebbe stupido e socialmente implosivo se una forma d'arte non fosse ragione di guadagno per il rispettivo autore.

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  2. PS: su Ebay ci sono almeno 3 edizioni diverse di quest'opera.

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    1. Molte sono la nuova versione, Jacovitti ne disegno una versione anche con il suo stile Moderno ma lontanissimo a mio avviso come resa grafica del capolavoro di cui sopra. Hai visto quando costano gli oscar in questione?

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    2. Alcuni sono abbordabili come prezzo , le versioni colorate non m'ispirano proprio

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    3. Sì ho visto... Diciamo che è sarebbe un volume che mi piacerebbe ricevere in regalo da chi vanta di conoscere i miei gusti...

      Sono sempre più contrario al fumetto a colori, salvo rare eccezioni, da quando ho scoperto che i cappellini di Qui-Quo-Qua sono colorati a casaccio, dopo tutta la fatica che facevo da piccolo per mettere assieme un loro discorso e trovavo incongruenze.
      Quindi semmai dovessi recuperare questo gioiello, lo vorrei nell'edizione originale. Dalle foto su Ebay mi pare che sia bello doppio come volume, o sbaglio?

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  3. Ohhhh sto sbavando... è un capolavoro unico!
    Concordo: Pinocchio Disneyano vai a quel paese!

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  4. Belle illustrazioni, originali. Io imparai a conoscere lo stile di Jacovitti dai fumetti pubblicati su "Il Giornalino" di fine anni ottanta. Chi non conosce le scanzonate avventure del cowboy Coccobil e del suo cavallo Trottalemme? Per non parlare di Cip, l'arcipoliziottto (con 3 t) e del ladro Zagar. Esilaranti!

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